Tra coloro che si avvicinano al mondo del tartufo, vi è spesso la convinzione che la ricerca di questo prezioso fungo sia fatta ancora come in passato con il maiale. In realtà la normativa italiana sulla raccolta e commercializzazione del tartufo (legge 16 dicembre 1985 n. 752) consente l’impiego solo di cani addestrati. Si parla di ricerca effettuata con l’ausilio del cane a ciò addestrato e dell’apposito attrezzo per lo scavo (il vanghino o vanghetto).
Non essendo specificato di che razza debba essere, in linea di massima tutti i cani possono essere addestrati alla ricerca dei tartufi. Tuttavia l’esperienza ci ha dimostrato che i migliori risultati si ottengono utilizzando una delle seguenti razze o anche incroci tra queste:
- LAGOTTO ROMAGNOLO: è considerato da molti il cane ideale per la cerca dei tartufi perché è specializzato nella ricerca su qualsiasi tipo di terreno. Ha un buon fiuto, è molto docile, intelligente e sempre concentrato. L’unico difetto è che in alcuni casi è un po’ lento e, avendo un pelo lungo ricciolo e folto, richiede di essere tosato almeno due volte l’anno. Nel periodo estivo soffre il caldo e ha bisogno di molta acqua.
- POINTER: è un cane da caccia dal fiuto molto fine e famoso per le sue ferme; mansueto, facilmente addestrabile, veloce e obbediente. Nella cerca dei tartufi, l’unico difetto è rappresentato proprio dalla sua velocità che spesso è d’ostacolo nel ritrovamento dei preziosi funghi.
- SETTER INGLESE: è un cane da caccia con un gran fiuto, instancabile lavoratore, non teme né l’acqua né il freddo. Ottimo anche nella ricerca del tartufo, unico difetto che, come il Pinter, è un po’ troppo veloce.
- KURZHAAR: altro gran cacciatore, ottimo nella cerca, intelligente e molto affettuoso. Unico difetto è il pelo raso che lo rende vulnerabile alla pioggia insistente soprattutto durante l’inverno.
- BRACCO ITALIANO: è un cane potente, molto resistente alla fatica ma lento. Non è difficile da addestrare perché molto predisposto all’apprendimento e di carattere molto affabile.
- SPINONE ITALIANO: è una delle razze canine che sono più utilizzate nella ricerca del tartufo, dall’olfatto molto sviluppato e sensibile, obbediente e resistente alla fatica. Taglia piuttosto grande, non è un cane molto veloce.
- SPRINGER: gran cercatore, buon fiuto, taglia media, tutte doti queste che lo fanno apprezzare da molti tartufai.
Oltre a queste principali razze ne sono impiegate molte altre che non stiamo a menzionare. Molti tartufai usano inoltre con successo gli incroci tra le razze sopraelencate. Con l’incrocio si cerca di coniugare l’attitudine alla ricerca con la resistenza fisica, non tralasciando l’aspetto esteriore. Generalmente il cane incrociato presenta molta resistenza alla fatica, più robustezza e una maggior longevità.
L’ADDESTRAMENTO
In teoria si può iniziare a qualsiasi età, ma i maggiori risultati si ottengono cominciandolo nei primi mesi di vita dell’animale, normalmente dal terzo al sesto.
Nell’addestramento non si devono assolutamente usare metodi coercitivi, al contrario la formazione deve essere un momento di gioco e divertimento. Questo in parte spiega perché il cane deve essere giovane!
Si inizia con lo stabilire le gerarchie tra il conduttore e il proprio cane, l’animale deve capire e rispettare i comandi del proprio padrone.
Ci sono dei comandi base che in generale possono valere per l’addestramento dei cani non solo per la ricerca del tartufo ma anche per altri tipi di attività (antidroga, ricerca esplosivi…)
Il cane dovrà comprendere le espressioni come “seduto”, “a terra”, “vieni” e altre.
Lo scopo principale dell’addestramento è di imprimere nel cane il caratteristico odore del tartufo stimolandone la ricerca e di mantenerlo concentrato impedendogli di distrarsi con topi o altri animali.
All’inizio faremo giocare il cucciolo con una pallina da tennis o un ovetto di plastica, oppure un porta rullino fotografico con all’interno pezzi di tartufo molto profumato o, in alternativa, olio al tartufo. Una volta lanciata la pallina, il cane si deve abituare ad inseguirla e a prenderla in bocca. Questi esercizi vanno ripetuti costantemente tutti i giorni solo per pochi minuti e vanno interrotti appena il cucciolo inizia a distrarsi ed annoiarsi.
Gradualmente bisognerà insegnargli a riportarla e quando lo farà, dovrà essere premiato con carezze e un bocconcino a lui gradito. Si passerà poi a sotterrargli la pallina su un buco aperto o una fessura del terreno e s’inciterà il cane a raspare per raggiungere la pallina.
In seguito si passerà a seppellire dei tartufi veri facendo diffondere l’odore nel terreno. Dopo varie simulazioni di ricerca, si potrà tentare di portare il cane in una tartufaia naturale dove potrebbe essere utile, per le prime volte, metterlo al seguito di un cane più esperto solo se realmente necessario.
La fase di addestramento termina nel momento in cui siamo sicuri che il cane sia in grado di scavare i tartufi in natura con una certa sicurezza e con successo. Non resta che intensificare le uscite per permettere al cane di ‘cavare’ più volte possibile, e solo così diventerà un cane da tartufi a tutti gli effetti. I migliori risultati si avranno verso i tre anni per la femmina, l’anno successivo per il maschio.
È importante che nella ricerca il cane conservi l’aspetto giocoso anche se con l’esperienza e il passar del tempo diventerà un lavoro a tutti gli effetti. Non si dimentichi che il cane è stimolato dal premio che il proprio conduttore gli da ogni qualvolta scova un tartufo.
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Buongiorno,volevo chiedervi se era possibile trovarmi un cucciolone avviato per i tartufi,essendo rimasto senza un cane.
Cordialità
Ettore.
Io ho un lagotto maschio di 2 anni con pedigree se le può interessare.